L’arzilla vecchietta e la gioia di vivere

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Sull’autobus 21 l’arzilla vecchietta di San Donato racconta di aver sognato di essere su una strada buia semisedeserta. Lontano le luci di un villaggio, lungo la strada fuochi accesi, lei ferma sul bordo ad aspettare. A un certo punto passa l’autobus numero 78, verniciato di grigio, impolverato e sporco, con i fari bassi. Sembra vuoto ma dallo sporco non si vede attraverso i finestrini e poi all’interno c’é un buio così pesto che non si vede neanche l’autista. L’autobus avanza lento mentre traballa sferragliando sulle buche. Quando arriva davanti a lei si ferma e apre le porte. L’autista é una donna con una blusa tutta ricoperta di paillettes che le somiglia, anzi, a guardare bene é lei stessa, come allo specchio, che le dice dai vieni sciù…. A questo punto si è svegliata. ‘Ho pensato: l’autobus scignifica che è arrivato il momento di fare un viaggio, poi sul libro della smorfia ho letto che parlare con se stessi in sogno scignifica abbandono alle passioni. Ecco, bisogna che chiami il Toni. È un po’ che non lo scento.’ Forse bisognerebbe farle notare che ieri era venerdì santo e di passione ce n’era un’altra ma di fronte a tanta gioia di vivere perchè intromettersi? In fondo tra poche ore è Pasqua e si rinasce a nuova vita

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